PERCHÉ AMAZON RINUNCIA ALLA SUA SECONDA SEDE IN VIRGINIA

Amazon sospende la costruzione della sua seconda sede, quella in Virginia non lontano da Washington, dove ha promesso di investire 2,5 miliardi di dollari entro il 2030 oltre a creare 25.000 di posti di lavoro. Lo stop temporaneo della seconda fase dell’ambizioso progetto, che includeva tre edifici per uffici da 22 piani, coincide con le misure di taglio dei costi varate dalla società, che di recente ha annunciato il taglio di migliaia di dipendenti. “Valutiamo costantemente i progetti degli spazi per assicurarci che soddisfino le nostre esigenze aziendali e per garantire un’ottima esperienza per i dipendenti”, afferma Amazon precisando che la sospensione “non è il risultato né l’indicazione di un’eliminazione di posti di lavoro. Le intenzioni e l’impegno di lungo termine rimangono invariati, così come i nostri piani per portare 25.000 posti di lavoro corporate e tecnologia” nel secondo quartier generale. L’annuncio mostra come l’industria tecnologica, cresciuta rapidamente per anni, sta ora rallentando costringendo i big del settore a fare i conti con i loro investimenti, anche in termini di spazio. Fra i tagli al personale e il lavoro da remoto, infatti, il bisogno di uffici e scrivanie si è ridotto e non solo per le Big Tech.

Amazon aveva annunciato nel 2017 la sua intenzione di costruire una seconda sede oltre a quella di Seattle, scatenando un’agguerrita competizione fra le città americane per attirare l’investimento. Nel 2018 il colosso delle vendite online aveva annunciato che avrebbe ‘diviso’ il suo secondo quartier generale fra New York e la Virginia, ma la decisione era stata successivamente rivista con la Grande Mela scaricata in seguito alla dura opposizione di sindacati, attivisti e politici. La Virginia, con Arlington, è così rimasta la scelta di Amazon per la sua seconda sede. La prima fase dei lavori, quella per la costruzione di Metropolitan Park, sarà completata entro l’estate. La seconda, PennPalce, è invece quella sospesa.