COSÍ IL GOVERNO CON FITTO CERCA DI GESTIRE I FONDI DEL PNRR
Nessun accentramento, ma una riorganizzazione della governance del Pnrr per rafforzarne e velocizzarne la realizzazione ed essere in grado di affrontare la sfida della ripresa. Così il governo respinge le accuse di eccessiva ‘centralizzazione’ rivolte al nuovo decreto di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nel corso dell’ultimo round di audizioni in commissione Bilancio del Senato, a cui hanno partecipato sia il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sia il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto.”La revisione del sistema di governance del Pnrr ha come obiettivo quello di potenziare i processi di attuazione del piano e monitorare il rispetto di scadenze, obiettivi e traguardi”, ha sottolineato Giorgetti, spiegando che il provvedimento “ridefinsce le attività di presidio tecnico del Piano, rafforzandole con la creazione dell’Ispettorato generale, con compiti di coordinamento operativo nell’attuazione, nella gestione finanziaria, nel controllo della rendicontazione europea e nella gestione del sistema informativo ReGiS”.
Con questo sistema, l’esecutivo punta ad arrivare ad un sistema informativo unico di monitoraggio capace di ridurre gli oneri a carico delle singole amministrazioni, “che avranno il vantaggio di inserire una sola volta i dati di avanzamento dei progetti finanziati e di fornire al Governo un patrimonio informativo tale da orientare in maniera più consapevole le politiche pubbliche in materia di investimenti”, ha precisato il titolare del Mef.E questa è anche la posizione di Fitto. Se infatti è vero che l’Italia ha centrato tutti gli obiettivi al 31 dicembre 2022, è altrettanto vero che – ha fatto presente il ministro – “è stato uno sforzo importante che ha evidenziato esigenze di riorganizzazione”. Anche perché l’Europa non ha alcuna intenzione di prorogare la scadenza del Piano, prevista al 2026: “Giugno 2026 è dietro l’angolo, la scadenza su cui noi dobbiamo lavorare è quella”, ha affermato chiaramente Fitto.
Per il 2023, sono 96 gli obiettivi Pnrr che attendono il Paese (27 nel primo semestre, 69 nel secondo), mentre sul fronte delle risorse è in corso la valutazione da parte della Commissione Ue della terza domanda di pagamento da 19 miliardi di euro, che – ha annunciato Giorgetti – dovrebbe arrivare a maggio. “In questi giorni sono in elaborazione i dati da inserire nella Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, che sarà presentata al termine dell’assessment della terza tranche di pagamenti e comunque non oltre la presentazione del Def”, ha assicurato il ministro. La meta dunque resta il 2026, ma parlare di un eventuale aggiornamento del Piano, a fronte di una serie di mutate contingenze, “non dovrebbe essere un tabù”, ha chiosato ancora Giorgetti, evidenziando che è proprio sul Pnrr che “si gioca la capacità di ripresa e crescita del Paese”.