ECCO COME PAPA FRANCESCO RIMETTE MANO ALLA BANCA DEL VATICANO: UN UOMO SOLO AL COMANDO DELLO IOR

Da una parte lo Ior, banca “in via esclusiva” per le finanze vaticane, con un nuovo Statuto che limita i mandati dei Cardinali e combatte i conflitti d’interesse. Dall’altra lo stop all’utilizzo gratuito di case e immobili della Santa Sede anche da parte dei membri della Curia, per mettere a rendita il patrimonio. A 10 anni dall’inizio del Pontificato di Papa Francesco ecco il bilancio della ‘rivoluzioni’ interne alla Chiesa di Roma portate avanti da Bergoglio in ambito patrimoniale e finanziario.Oggi è stato reso pubblico il nuovo Statuto dell’Istituto per le Opere di Religione come emerge dal chirografo di Papa Francesco. Vanno a regime alcune delle sperimentazioni cominciate nel 2019, anno in cui lo Ior ha aperto le porte a laici, che intaccano l’architettura dell’Istituto per le Opere di Religione fondato nel 1942 da Pio XII e riformato nel 1990 da Giovanni Paolo II. Le principali modifiche riguardano l’armonizzazione della durata quinquennale dei mandati e la rinnovabilità degli stessi per una sola volta (dunque al massimo per 10 anni).

Il mandato dei componenti della Commissione Cardinalizia e del Consiglio di Sovrintendenza non sarà simultaneo e viene inserita una specifica previsione in materia di conflitti di interesse. “Ciascun componente del Consiglio di Sovrintendenza si astiene – si legge – dal partecipare alle votazioni relative a delibere rispetto alle quali abbia un interesse, attuale o potenziale, per conto proprio o di terzi”.Il 1° marzo, il Papa ha invece disposto l’abrogazione di tutte le disposizioni che consentono l’utilizzo gratuito o a condizioni di favore degli immobili di proprietà delle Istituzioni curiali e degli Enti che fanno riferimento alla Santa Sede, comprese le ‘Domus’. Decisione presa “per far fronte agli impegni crescenti – si legge nel Rescritto emanato – che l’adempimento al servizio alla Chiesa Universale e ai bisognosi richiede in un contesto economico quale quello attuale, di particolare gravità”. “Tutti facciano un sacrificio straordinario – il testuale della nuova disposizione – per destinare maggiori risorse alla missione della Santa Sede, anche incrementando i ricavi della gestione del patrimonio immobiliare”.È l’ennessimo tassello del cambio di paradigma finanziario invocato prima e realizzato poi.

Lo scorso agosto è stato decretato che la “Santa Sede” e tutte “le Istituzioni collegate” che “siano titolari di attività finanziare e liquidità, in qualunque forma esse siano detenute, presso Istituzioni finanziarie diverse dallo Ior” devono “trasferirle presso di esso appena possibile entro 30 giorni dal 1° settembre 2022”. L’Istituto è ora “in via esclusiva” il gestore patrimoniale e depositario del patrimonio mobiliare della Santa Sede.L’obiettivo di Francesco, nemmeno mascherato, è quello di porre fine a decenni di cattive gestioni culminate nello scandalo da 350 milioni di euro per il palazzo di Londra di Sloan Avenue. Tagliare i cordoni ombelicali malati con il passato puntando a una politica degli investimenti centralizzata sotto il profilo bancario e sui quali Bergoglio si è già speso in prima persona per stabilire quali siano socialmente accettabili e quali no: l’unico canale sarà lo Ior. Fine dei ‘territori’ a gestione autonoma e opaca dentro la Chiesa e basta con le banche estere. Una scelta che sembra ispirarsi alle parole del Vangelo secondo Matteo (6,24): “Non potete servire due padroni: Dio e il denaro”. 

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