LA DIFESA DI PIANTEDOSI DOPO IL NAUFRAGIO DI CUTRO: LE RESPONSABILITÀ DEI MORTI NON SONO DEL GOVERNO, MA DEGLI SCAFISTI
Il bilancio delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro, nel Crotonese continua ad aggiornarsi drammaticamente. Dopo il ritrovamento di questa mattina del corpo di una bimba e di quello di giovane donna, la triste conta ha raggiunto quota 72. Tra questi, sono ben 28 i minori. I superstiti sono 80. Di questi – ha confermato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nella sua informativa davanti a Camera e Senato – “54 sono accolti nel Cara, 12 nel Sistema Sai a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e 3 persone, presumibilmente gli scafisti, sono state arrestate”. “Quella di Cutro – ha sottolineato il titolare del Viminale – è una tragedia che ci addolora profondamente, anche sul piano personale” e ha rinnovato “il cordoglio, mio e di tutto il Governo, per le vittime di questo ennesimo e tragico naufragio”.Un naufragio – chiarisce il titolare del Viminale – causato da una “virata azzardata” degli scafisti che hanno messo in atto tutta una serie di espedienti per “evitare di essere intercettati dalle forze dell’ordine” e che invece hanno condannato a morte oltre 70 persone. Piantedosi torna a difendersi dagli attacchi alle sue dichiarazioni: “Alla gravità di questa condotta criminale – spiega il ministro – facevo riferimento quando, con commozione, sdegno e rabbia e negli occhi l’immagine straziante di tutte quelle vittime innocenti, ho fatto appello affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti, in nessun modo volendo colpevolizzare le vittime”.
E respinge al mittente anche le accuse relative alla macchina dei soccorsi. “Le modalità tecnico-operative dei salvataggi non possono essere in alcun modo sottoposte a condizionamenti di natura politica o a interventi esterni alla catena di comando”, sottolinea.Ricordando che dal 22 ottobre sono stati salvati 36.484 migranti rilancia: “Sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili”.