L’ASSALTO DI CDP ALLA RETE TIM: I DETTAGLI DELL’OFFERTA DI SCANNAPIECO
Il futuro sono città intelligenti e sostenibili e 1,6 miliardi di euro di investimenti in smart city attesi in Italia al 2027, secondo l’analisi di Tim. I progetti in questo campo sono sempre più numerosi e l’ultima sfida di open innovation del gruppo, di cui si è svolta a Roma la premiazione, ha visto partecipare 170 startup e aziende. Il presente è anche la sfida per la società della rete, che vede confrontarsi il fondo statunitense Kkr e la coppia Cassa depositi e prestiti-Macquarie. Una contesa che, secondo la Lex Column del Financial Times, vedrà ora una gara al rialzo. Ci sarebbe infatti, secondo il quotidiano della City, “ancora spazio per ‘addolcire’ la proposta” da 20 miliardi di euro da Kkr che, al momento, è simile di quelle dei concorrenti ma con condizioni che porterebbero minore liquidità a Tim. Entrambe le opzioni sarebbero comunque lontane dalla valutazione da 31 miliardi del socio forte del gruppo di telecomunicazioni Vivendi, che non escluderebbe di rivolgersi al mercato con un’offerta pubblica d’acquisto opa. Intanto, venerdì 10 marzo si riunirà il comitato parte correlate di Tim per valutare l’offerta di Cdp e Macquaire. Il comitato dovrà avviare le procedure legate al fatto che Cdp è azionista di Tim, nonché di Open Fiber insieme al fondo australiano.
Molti vedono questa mossa, come il tentativo disperato di Dario Scannapieco, capo di Cassa depositi e prestiti, di conquistarsi sul campo la fiducia del governo guidato da Giorgia Meloni. Più di qualche osservatore, infatti, ha considerato in bilico la posizione dell’ex vicepresidente della Bei.
Adesso la palla passa al board di Tim. Sarà infatti il consiglio di amministrazione del 15 marzo, che era già convocato per l’approvazione del bilancio, a esaminare l’offerta, a meno che non venga fissata un’altra riunione. L’amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, intervenendo alla presentazione del rapporto ‘L’Italia delle città intelligenti e sostenibili’ è “scappato” con una battuta alle domande sull’attualità finanziaria. Ma ha anticipato un nuovo programma per per contribuire allo sviluppo e all’innovazione delle aziende. “Noi come Tim stiamo cercando un nuovo modo di essere parte del motore propulsivo per lo sviluppo dell’innovazione in Italia”, ha dichiarato Labriola, spiegando che “vanno trovate nuove modalità perché i modelli tradizionali, anche quelli dei fondi di investimento, in molti casi, lasciano il tempo che trovano”. Secondo il rapporto, elaborato dal Centro Studi Tim con il Cnr e gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, tra il 2023 e il 2027 le applicazioni smart city porteranno a una riduzione di 6,5 miliardi di euro dei costi del traffico e a un taglio di oltre 400 milioni di euro di quelli legati all’inquinamento grazie alla migliore programmazione dei trasporti e dei flussi turistici. “Stiamo sviluppando la capacità di leggere i bisogni dei cittadini, delle pubbliche amministrazioni, dei sindaci e dei presidenti delle regioni e abbiamo integrato in un’unica piattaforma Ict tutti i servizi e tutti i dati di cui un amministratore ha bisogno per prendere decisioni in tempo reale”, ha spiegato il chief enterprise and innovative solutions officer di Tim, Elio Schiavo.