I TASSI DEI MUTUI NON SI FERMANO
Gli effetti della stretta monetaria della banca centrale europea per mettere un freno all’inflazione si fanno vedere anche in Italia. Bankitalia rileva che a gennaio i Taeg sui mutui hanno raggiunto il 3,95% dal 3,36% di dicembre, mentre quelli sul credito al consumo balzano al 9,79% dopo il 9,22% registrato a dicembre. Nell’ultimo aggiornamento di ‘Banche e moneta: serie nazionali’ palazzo Koch spiega anche che sta rallentando la richiesta di prestiti del settore privato: +1,6% a gennaio, dopo che l’aumento di dicembre era stato del 2,1%.La stretta sul credito frutto dell’aumento del costo del denaro avanza sullo sfondo del dibattito tra falchi e colombe: la presidente della Bce Christine Lagarde ieri è tornata a ripetere che a marzo ci sarà un rialzo da a 50 punti base, con un approccio ribadito dal governatore della banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, che intervistato da France Info, come riportato da Bloomberg, ha sottolineato come l’inflazione “rimane troppo alta oggi in Francia e in Europa” anche se “il picco è vicino”, previsto entro giugno. Villeroy ha sottolineato che “porteremo l’inflazione verso il 2% entro la fine del 2024 o l’inizio del 2025 – questo è un impegno, non solo una previsione”. In Italia il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha invece fatto eco alle parole del governatore della BANCA d’Italia Ignazio Visco, che criticava le esternazioni dure dei ‘falchi’ nonostante l’Eurotower abbia stabilito di attenersi a un approccio ‘meeting by meeting’.
A un evento del Corriere della Sera Urso ha affermato che “ci vuole più consapevolezza nelle istituzioni europee di quello che necessita allo sviluppo del nostro continente”. Il ministro difende poi l’operato del governo, giudicato “particolarmente positivo” a livello internazionale “sulle azioni economiche”. “Qualcuno sosteneva che con il centro destra sarebbe aumentato lo spread, è accaduto il contrario, la reazione della borsa è positiva, lo spread contenuto, i titoli pubblici collocati. L’Italia produttiva ha dimostrato di sapere reagire meglio e con resilienza”, ha ribadito Urso.L’aggiornamento di Bankitalia ha registrato inoltre che i tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 3,72% (3,55% nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 4,15%, mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 3,42%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,49% (0,45% nel mese precedente).
I prestiti alle famiglie sono aumentati del 3,0% sui dodici mesi (3,3% nel mese precedente) e quelli alle società non finanziarie dello 0,1% (nel mese precedente il tasso di variazione sui dodici mesi era nullo). I depositi del settore privato sono diminuiti dell’1,8% sui dodici mesi (-0,7% in dicembre); la raccolta obbligazionaria è aumentata dello 0,7% sullo stesso periodo dell’anno precedente (in dicembre era diminuita dell’1,5%). Per l’Unione nazionale consumatori, “considerando l’importo e la durata media di un mutuo, un rialzo dei tassi così consistente significa che, la rata, per chi ha sottoscritto ora un mutuo a tasso variabile, aumenta, rispetto a un anno fa, da 581 a 731 euro, con un rincaro pari a 150 euro al mese”, mentre il Codacons rileva che “un mutuo a tasso variabile costa oggi fino a +3.624 euro all’anno rispetto al 2021, mentre chi accende oggi un finanziamento a tasso fisso si ritrova a spendere fino a +3.144 euro annui rispetto a due anni fa”.Tra le strategie che i risparmiatori italiani stanno adottando per fronteggiare il rialzo dei tassi e l’inflazione elevata c’è il Btp Italia, che nella diciannovesima emissione tra il 6 e il 9 marzo ha raccolto 9,916 miliardi di euro, con un picco della domanda nel primo dei tre giorni dedicati a investitori individuali. Il titolo scadrà il 14 marzo 2028 e ha un tasso cedolare reale annuo del 2%, che sarà pagato semestralmente.