MACRON É DAVVERO DISPOSTO AD “IGNORARE” LA VOCE DEL SINDACATO?
La Francia entra in una fase decisiva per quanto riguarda la contestatissima riforma delle pensioni, con la quale l’eta’ pensionabile dovrebbe essere innalzata da 62 a 64 anni. Oggi si svolge la settima giornata di mobilitazione con cortei previsti in tutto il Paese e secondo diversi sondaggi oltre il 63% dei francesi continua ad essere favorevole alla mobilitazione contro la nuova legge. Non solo: il 57% pensa addirittura che la protesta dovrebbe proseguire anche dopo la probabile approvazione definitiva della riforma. Questa mattina i senatori hanno ripreso il dibattito a mezzogiorno. Mancano ancora circa 700 emendamenti da esaminare e il voto finale dovrebbe arrivare entro domani sera. Ieri il presidente Emmanuel Macron, che ha fortemente voluto la riforma, ha detto che questa deve “concludere” il suo iter in Parlamento, lasciato intendere di non escludere nulla, compreso il ricorso all’articolo 49 comma 3 della Costituzione che consente al governo di far approvare una legge senza il voto del Parlamento, assumendosi la propria responsabilita’ (strumento che non esiste nell’ordinamento italiano).
In una lettera di giovedi’, Macron ha detto ai sindacati che il governo “e’ all’ascolto” sulla riforma, pur sottolineando che e’ inevitabile. L’inquilino dell’Eliseo ha inoltre confermato che rifiuta di incontrare i sindacati, osservando che adesso e’ il “momento parlamentare”, dopo le “consultazioni effettuate” dalla premier Elisabeth Borne e le modifiche gia’ apportate al testo. Ad ogni modo l’iter della riforma non si concludera’ con il probabile ok del Senato domani sera. Il passaggio successivo, il cui inizio e’ previsto mercoledi’ 15 marzo all’Assemblea Nazionale, consistera’ nell’esame della legge da parte di una commissione mista partitaria, composta da 7 senatori e 7 deputati. Sulla carta questa dovrebbe rispecchiare l’equilibrio delle forze in ciascuna delle Camere del Parlamento, ma di fatto la sua composizione, gia’ nota, e’ favorevole al governo con ben 10 membri sui 14 totali che approvano la riforma. La commissione mista paritaria e’ prevista dall’articolo 45 della Costituzione francese nel caso in cui vi sia un disaccordo su un testo fra Senato e Assemblea Nazionale. Il suo compito e’ quello di trovare un compromesso elaborando una versione del testo che dovra’ poi essere approvata dai due rami del Parlamento. In questo caso specifico, il passaggio da questa commissione e’ inevitabile in quanto i deputati non sono riusciti a concludere l’esame della riforma