QUALI BANCHE HANNO RIDOTTO I COSTI DEI CONTI CORRENTI E QUALI LI HANNO ALZATI

Diverse modifiche unilaterali dei contratti bancari hanno influito sul costo dei conti correnti per gli italiani. Emerge da un’indagine de Il Sole 24 Ore, che ha messo a confronto alcuni dei maggiori istituti del nostro Paese. In alcuni casi ci sono state riduzioni dei costi, per effetto del rialzo dei tassi portato avanti dalla Bce negli ultimi mesi, che però si sono poi accompagnate da un aumento degli oneri di tenuta conto.

Il quotidiano economico evidenzia come, tra chi ha ridotto i costi dei conti correnti, c’è ad esempio Banca Sella: solo per le imprese non viene più applicata, dallo scorso ottobre, la commissione di giacenza media. Lo stesso ha fatto Bnl, a partire da agosto 2022, sempre per le imprese, limitando le novità a quelle che erano andate incontro a qualche ritocco per i tassi negativi. Sempre Bnl, dal mese in corso, ha però aumentato i costi dei conti correnti a causa dell’inflazione.

Anche Banco di Desio ha deciso di ridurre gli oneri dei conti, andando a eliminare ad esempio la excess liquidity fee. Il Sole scrive però come abbia poi anche aumentato i costi sulla spinta dell’inflazione, anche se si sta valutando adesso di ridurre le commissioni.

Situazione simile per Banco Bpm: da un lato ha azzerato la commissione di gestione giacenze per le aziende e annullato gli effetti della variazione 2021 sui tassi negativi, dall’altro ha aumentato i costi per i conti correnti per l’inflazione.

Bper comunica invece di avere intenzione, da maggio, di ridurre i costi a tutti i clienti che nei passati due anni hanno dovuto subire gli effetti dei tassi negativi. Allo stesso tempo, da gennaio, sono stati aumentati i costi su conti correnti e carte di debito.

Credit Agricole sta valutando adesso se ridurre i costi in seguito ai rialzi dei tassi di interesse, dopo averli aumentati lo scorso anno per la spinta inflazionistica. Credem, scrive sempre Il Sole, da inizio anno ha invece ripristinato le condizioni sui conti anteriori agli aumenti per i tassi negativi. Si sottolinea comunque come l’istituto abbia anche aumentato gli oneri sui conti correnti nel 2022.

Chi invece ha deciso soltanto di diminuire il canone mensile sui conti – a partire da giugno – è Fineco. Così anche Intesa Sanpaolo che, oltre a essere già intervenuta “in modo non generalizzato”, andrà ad abbassare i costi che erano stati aumentati con una manovra peggiorativa del 2017.

Poste Italiane ha azzerato l’aumento di due euro sul canone che era stato introdotto nell’estate del 2022 per far fronte ai tassi negativi, anche se ha poi innalzato i costi sui conti correnti per l’inflazione. Poi c’è Unicredit, che – a buona parte dei suoi clienti – ha ridotto il canone per neutralizzare l’aumento per i tassi negativi del periodo 2018-2021, andando però ad aumentare i costi per l’inflazione.

Tra chi invece non ha abbassato nessun costo (ma non lo ha nemmeno alzato) ci sono Banca Etica, Banca Mediolanum, Banca Popolare di Bari, Banca Popolare di Sondrio e Sparkasse. Chebanca! sta valutando al momento operazioni sia in un senso che nell’altro.