PER UNICREDIT È IL MOMENTO GIUSTO PER FARE M&A. SARÀ BANCO BPM LA PREDA?

Banco Bpm corre a Piazza Affari dopo le indiscrezioni di stampa che nel weekend hanno speculato su un ritorno di fiamma da parte di Unicredit, forte della corsa in Borsa del suo titolo, che le consentirebbe di proporre una fusione con scambio azionario a condizioni (per sé) più vantaggiose di quelle che si presentavano all’inizio del 2022, quando un possibile affondo venne fermato da una fuga di notizie e dallo scoppio della guerra in Ucraina.

Banco Bpm sale del 3,2% a 3,95 euro, dopo aver superato in giornata la soglia dei 4 euro per la prima volta dallo scorso 13 marzo, mentre Unicredi cede lo 0,8% a 19,2 euro. Gli analisti di Equita ribadiscono come le nozze avrebbero “un forte razionale industriale”, rafforzando “in modo significativo il posizionamento” di Unicredit in Italia e assicurando un aumento del 15% dell’utile per azione dopo le sinergie anche in presenza di “un premio significativo” agli azionisti di Banco Bpm.

A rendere “complicata” l’operazione sono invece “le incertezze sull’evoluzione dello scenario macro” e la presentza del Credit Agricole “come primo azionista” e partner nel credito al consumo e nell’assicurazione di Banco Bpm. Di razionale industriale “chiaro” per Unicredit parla anche Mediobanca. “Le condizioni finanziarie si avvicinano sempre più ai livelli antecedenti la fuga di notizie del febbraio 2022”, con un rapporto di scambio di 5,06 azioni Banco Bpm per ogni azione Unicredit, non lontano dal picco di 5,17 toccato a metà febbraio 2022. Una fusione “è ancora nelle carte dato il suo razionale finanziario e industriale per Unicredit, nonostante quest’ultima stia smorzando le aspettative su questo fronte”.