QUALI SONO LE BANCHE CON PIÙ CREDITI DETERIORATI NEL 2023?
Per la prima volta in 10 anni, le banche italiane si attendono un aumento dei crediti deteriorati nel 2023, a causa di incertezza economica, caro energia e dell’aumento dei tassi di interesse e a fronte della fine delle misure pubbliche di sostegno. Lo metteva nero su bianco lo scorso gennaio il rapporto Abi-Cerved: il tasso di deterioramento del credito alle imprese a fine 2022 aumentava dal 2% al 2,3% e nel 2023 salirà al 3,8%, per poi scendere nel 2024 al 3,4%. Si tratta comunque di un valore lontano dal picco (7,5%) toccato nella crisi del 2012.
Cosa sono i crediti deteriorati, chiamati anche prestiti non performanti (dall’inglese NPLs, Non Performing Loans)? Si tratta in pratica di crediti che si ritiene improbabile che la banca riesca a recuperare dai suoi debitori, a causa di un peggioramento della loro situazione economica e finanziaria
Va sottolineato che tra le banche italiane il problema è comunque contenuto e la percentuale di crediti deteriorati sul totale di quelli di ciascun istituto è tendenzialmente molto bassa: un buon segnale per la tenuta del sistema bancario e una buona rassicurazione per tutti i risparmiatori
Guardando ai bilanci di chiusura del 2022, analizzati dal sito di settore Money.it, tra le banche con più crediti deteriorati c’è ad esempio Monte dei Paschi di Siena. La percentuale netta dei crediti deteriorati era del 2,2% (l’anno prima era del 2,6%).
Anche Banco Bpm ha chiuso il 2022 con il 2,2% di crediti deteriorati netti. L’impatto degli Npls è più o meno lo stesso su Cassa Risparmio di Bolzano (1,9%), Banca Popolare di Sondrio (1,8%) e Banco Desio (1,7%). BPER e Unicredit si attestano all’1,4%, Intesa Sanpaolo intorno all’1,3%. Molto bene Credem (0,9%). Alta la sua capacità di copertura sui crediti problematici, pari al 61%. Ma la medaglia d’oro spetta a Fineco Bank: 0,1% di crediti deteriorati netti e capacità di copertura all’86%.