LE REAZIONI DEI SOCI ALLA DECISIONE DI MPS DI SVOLGERE L’ASSEMBLEA A PORTE CHIUSE
La decisione di Mps di svolgere a porte chiuse l’assemblea di giovedì, avvalendosi della proroga da parte del governo delle disposizioni precauzionali adottate con lo scoppio della pandemia, “risponde ad una logica di prudenza” in quanto evita “superflui assembramenti”. Lo scrive la banca in risposta alle domande preassembleari di due azionisti che criticano la scelta di escludere la presenza fisica dei soci, a cui è data la possibilità di intervenire solo conferendo delega al rappresentante designato. Il socio Norberto Sestigiani definisce la decisione “un grave vulnus alla democrazia societaria”, in quanto “la problematica del Covid appare alle spalle” e alla luce “del limitato numero di presenti nell’ultima assemblea”. Di scelta “assurda e poco rispettosa dei (pochi) piccoli azionisti rimasti nonostante tutte le situazioni negative da questi incontrate in questi anni”, che impedisce “l’unico momento di confronto vero” e di “contatto con il territorio di riferimento”, parla anche il socio Romolo Semplici. La banca dal canto suo si giustifica evidenziando come anche le “principali banche quotate” abbiano preferito mantenere le porte chiuse delle proprie assemblee ed evidenziando come la modalità del rappresentante designato non comporti “alcuna limitazione nel diritto dei soci”, molto spesso scottati dalle perdite miliardarie accumulate negli scorsi anni dalla banca.