GIORGETTI: “ALZARE AL SOGLIA FRINGE BENEFIT A CHI HA FIGLI”
Il governo “destinerà con un prossimo provvedimento di urgenza i margini di bilancio disponibili per finanziare, per l’anno in corso, un nuovo taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi e un innalzamento del limite dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti con figli”.
Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, rispondendo in question time alla Camera sulle prossime iniziative che l’esecutivo ha in agenda. Sul piatto c’è, nel Cdm del primo maggio, il decreto Lavoro che ha da assegnare i 3,4 miliardi di maggior deficit programmatico previsto per il 2023, rispetto al tendenziale. Il riferimento è ai benefit aziendali riconosciuti ai lavoratori il cui limite – 258 euro – era stato innalzato fino a 3mila euro nel corso del 2022. “Sicuramente ha un senso elevarlo”, ha detto sul punto il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, interpellato alla Camera. A chi chiedeva se l’esecutivo pensa di raddoppiare tale soglia, che per il 2023 è tornata a 258,23 euro, Leo ha risposto: “Vediamo”.
Sul decreto, si apprende, è stato convocato un vertice con i sindacati: sarà a Palazzo Chigi domenica pomeriggio, alle 19. A presiedere l’incontro sarà la premier Giorgia Meloni, dall’altra parte i rappresentanti dei lavoratori: verterà sul decreto lavoro e reddito di inclusione e sulle misure relative al cuneo fiscale, che andranno in Consiglio dei ministri l’indomani.
In un quadro di inflazione ancora elevata, Giorgetti ha rimarcato che “la spinta inflattiva indotta dai marcati rincari dei beni energetici mostra cenni di progressiva attenuazione” e “il governo sta monitorando con attenzione i livelli dei prezzi, non solo dei prodotti energetici, ma anche quelli di largo consumo, al fine di verificarne il loro andamento per adottare eventuali interventi di sostegno”.
In uno dei suoi passaggi, il ministro ha quindi smorzato i timori sulle banche dopo le crisi di Svb e Credit Suiss: “Ritengo che gli episodi di crisi registrati negli Usa e in Svizzera rappresentino degli eventi legati alle caratteristiche specifiche degli intermediari coinvolti, non sintomatici dello stato di salute del sistema bancario italiano”. Per Giorgetti “il sistema bancario italiano e, più in generale, quello dell’Unione europea sono stati notevolmente rafforzati dopo la crisi finanziaria del 2008”