DOMANI 31 MAGGIO LE “CONSIDERAZIONI FINALI” DI IGNAZIO VISCO SARANNO DAVVERO QUELLE FINALI
Domani, mercoledì 31 maggio, le ‘Considerazioni finali’ di Ignazio Visco saranno veramente quelle finali. Saranno infatti le ultime, con la scadenza del mandato – il prossimo 31 ottobre – di quello che può essere definito senza dubbio ‘il governatore della Banca d’Italia nell’epoca delle grandi crisi’. Nominato al vertice dell’istituto di via Nazionale il 1 novembre 2011 a seguito delle dimissioni di Mario Draghi, l’economista e banchiere venne indicato dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e nominato dal capo dello Stato Giorgio Napolitano. Una nomina inaspettata, in quanto nella corsa alla guida di Bankitalia i favoriti erano altri tre nomi: Fabrizio Saccomanni, direttore dell’istituto di via Nazionale particolarmente apprezzato dallo stesso Napolitano e dall’uscente Draghi, Vittorio Grilli, allora direttore del Tesoro che aveva l’appoggio di Giulio Tremonti e della Lega Nord, e Lorenzo Bini Smaghi, membro del direttivo della Bce indicato direttamente dal premier Berlusconi come terza opzione. Invece, appunto a sorpresa, la spuntò Ignazio Visco. La vicenda, seppure particolare, non raggiunse però l’eco di quella che lo portò al secondo mandato. Nell’ottobre del 2017, a pochi giorni dalla scadenza, la Camera dei deputati approvò con 213 voti a favore, 97 contrari e 99 astenuti, una mozione del Partito Democratico che chiedeva al governo, anche se non esplicitamente, di non confermare il mandato a Visco come governatore. Una mozione nata dal fatto che l’allora segretario del Pd, Matteo Renzi, era contrario alla permanenza di Visco a palazzo Koch. Renzi aveva spesso criticato il governatore per la gestione delle crisi che avevano coinvolto le Banche italiane. Nella mozione, infatti, venivano sottolineate le mancanze e gli errori da parte della Vigilanza di Bankitalia. Nonostante ciò, Visco venne rinnovato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Nel corso dei suoi due mandati, la Banca d’Italia a guida Visco ha dovuto affrontare alcuni dei momenti più importanti della storia economica e finanziaria contemporanea sia globale che nazionale. A partire dal luglio 2011 l’Italia, ancora in difficoltà per gli effetti della crisi del 2009, si trova ad affrontare quella del debito sovrano, detta più comunemente ‘crisi dello spread’. Una situazione che a livello europeo verrà mitigata nell’estate 2012 dall’intervento della Bce (con il celebre ‘Whatever it takes’ pronunciato a Londra da Mario Draghi per salvare l’euro dalle speculazioni) ma che proprio nel novembre del 2011, mese dell’arrivo di Visco a Palazzo Koch, vede il differenziale tra Btp e Bund toccare il massimo storico toccato a 575 punti.
Dopo un lungo periodo che oscillerà tra incertezza e ripresa dell’Italia, nel 2020 la crisi pandemica colpisce l’intero pianeta, investendo le economie di tutti i Paesi, soprattutto quelli più industrializzati e colpendo le fasce di popolazione più deboli per lo più nelle aree povere della Terra. In Europa, però, le politiche monetarie della Bce e messe in atto a livello nazionale dalla BANCA d’Italia di concerto con le istituzioni hanno però evitato in tempo che la crisi pandemica si tramutasse in una crisi finanziaria, attraverso la garanza di liquidità sui mercati e favorendo il credito attraverso diverse iniziative tra cui programmi di acquisto di titoli, adottati per la prima volta anche verso alcune economie emergenti. Qualche settimana fa, a pochi mesi dalla scadenza del secondo mandato, lo stesso governatore Visco aveva chiarito, durante il discorso alla 129esima assemblea dei partecipanti della BANCA d’Italia, che quelle del 31 maggio saranno le sue ultime considerazioni. “Quella odierna – aveva detto chiudendo l’intervento – è l’ultima assemblea che presiedo come governatore. Il prossimo mese di novembre lascerò la guida dell’istituto, nel quale feci ingresso nel 1972”. Quanto ai contenuti delle ultime considerazioni finali, il governatore Visco ha mantenuto negli anni un profilo sempre molto coerente e poco esposto, rimarcando così nei fatti, e si può definire il suo cavallo di battaglia, l’indipendenza della BANCA d’Italia, che nel tempo è stata messa alla prova, come accaduto, per citarne una, con la ‘mozione Renzi’ del 2017. Per questo motivo, dal governatore ci si aspetteranno focus classici, come quello sullo stato di salute del sistema BANCArio italiano ed europeo, così come sulle prospettive di sviluppo dell’economia. Ci sarà con tutta probabilità una lettura più ‘politica’ nei temi che riguarderanno la riduzione del debito pubblico e la gestione delle finanze da parte dello Stato. Visti poi i recenti avvenimenti globali, da Visco sarà dato sicuramente ampio spazio alle sfide che oggi vanno affrontate, dal cambiamento climatico alla transizione ecologica e al contrasto delle pandemie.