IL RITORNO DI PANETTA A PALAZZO KOCH COME GOVERNATORE
Un vero e proprio ritorno, quello di Franco Panetta, in Banca d’Italia. Ciociaro, sessantatre anni, Panetta si avvia a diventare il successore di Ignazio Visco ora che l’esecutivo ha deciso di deliberare la sua nomina a governatore della Banca d’Italia dal prossimo 1° novembre. A fine 2019 era stato nominato nel comitato esecutivo della Bce, ruolo intrapreso a gennaio 2020 dove è annoverato tra le ‘colombe’. Prima era stato direttore generale di Bankitalia e presidente dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni dal 10 maggio 2019, subentrando a Salvatore Rossi che aveva comunicato, poco prima, la sua indisponibilità a rimanere a via Nazionale.
L’economista, laureato alla Luiss di Roma con master e dottorato a Londra, è dal 1985 in Banca d’Italia dove era stato inizialmente assegnato al Servizio Studi di Congiuntura e Politica Monetaria. E può contare anche su una lunga esperienza del sistema europeo, visto che è stato Accompanying Person alle riunioni del Consiglio direttivo Bce prima con il governatore Antonio Fazio e, poi, con lo stesso Mario Draghi, dal 2012 al settembre 2016 è stato supplente del Governatore nello stesso Consiglio, ed è stato tra i componenti del Consiglio di vigilanza del Meccanismo di vigilanza unico presso la Bce dal 2014 al luglio 2019.
Panetta succederà a Visco in quella che si preannuncia una sostanziale continuità, come aveva lasciato intendere in alcuni suoi interventi nel ruolo di membro del Comitato esecutivo della Bce. Lo scorso novembre, nel mezzo della forte stretta sui tassi dell’Eurotower, Panetta aveva affermato che “se è vero che la politica monetaria ha dovuto e forse dovrà ancora effettuare una normalizzazione dei tassi mi pare anche scontato che l’esigenza di un ulteriore movimento vada di volta in volta ponderata. È probabile si debbano fare nuovi passi per normalizzare la politica monetaria, ma dobbiamo tenere conto di quello che è stato già fatto”. A febbraio ha poi chiesto di “rivalutare attentamente le prospettive di inflazione a medio termine e i rischi che le circondano” con l’esortazione a dover “invece calibrare la nostra politica monetaria in modo dipendente dai dati, lungimirante e adattabile a sviluppi mutevoli”. Ha anche chiesto di procedere “a piccoli passi” ora che “i tassi si stanno spostando in territorio restrittivo”, perché “ciò che conta è l’entità e la durata della restrizione della politica monetaria”.