PNRR: IL GOVERNO CHIEDE DI RIMODULARE 15,9 MILIARDI

RAFFAELE FITTO MINISTRO

Il governo di Giorgia Meloni chiede la rimodulazione di 15,9 miliardi di euro del Pnrr, circa l’8% del totale dei fondi concessi dalla Ue per favorire la ripresa economica continentale dopo la pandemia di Covid. Verrà presentata, prima in Parlamento e poi a Bruxelles, una proposta di modifica relative a 144 misure contenute nel piano Recovery per l’Italia: si va da meri cambi formali alla riprogrammazione di risorse all’interno dello stesso progetto.

Poi c’è il capitolo sul definanziamento, che appare quello destinato ad accendere la maggiore contesa politica, con il quale vengono espunte opere valutate non realizzabili entro il termine ultimo del piano nel 2026 per salvaguardarle attraverso la copertura con altre fonti di finanziamento, come il piano nazionale complementare al Pnrr e i fondi delle politiche di coesione.

Il governo, nella sintesi del documento elaborato dalla cabina di regia di Palazzo Chigi, specifica che “sono emerse criticità rilevanti che non consentono la conferma del finanziamento a valere sul piano”. In questo contesto, prosegue il testo, l’esecutivo garantisce che attiverà “le misure necessarie per riprogrammare le risorse a favore di interventi coerenti e realizzabili nei tempi previsti” e contemporaneamente “assicura il completo finanziamento degli interventi stralciati dal Pnrr”. A tal fine il governo intende utilizzare anche il 7,5% delle risorse delle politiche di coesione 2021-2027, già destinate a obiettivi assimilabili a quelli del REPowerEU.

Uno dei punti qualificanti del REPowerEU riguarda l’Ecobonus, che sarà dedicato espressamente alle abitazioni private. Attraverso lo strumento tradizionale della detrazione fiscale, ma con alcune correzioni, specifica il documento della cabina di regia, la “nuova misura del piano andrà in supporto delle famiglie a basso reddito, in passato rimaste escluse dagli interventi di efficientamento delle abitazioni”. La dotazione del provvedimento è di 4 miliardi di euro e si basa sulle consuete detrazioni fiscali ma con vincoli stingenti”.

Sale di 900 milioni di euro la dotazione di fondi per la realizzazione di 260 mila nuovi posti in asili nido, uno degli obiettivi piu’ qualificanti dell’intero piano. Si trattaa di risorse necessarie per indire un nuovo bando e conseguire il target finale, in linea con gli orientamenti della Commissione. “L’ambizione per quanto riguarda gli asili nido sono quelle scritte nel piano – conferma Fitto – ci mettiamo 900 milioni di euro in più”.