COME SONO CAMBIATE LE ABITUDINI DEGLI ITALIANI DAL 1995 AL 2023

Nel 2023 la spesa delle famiglie italiane, stimata dall’ufficio studi di Confcommercio in 21.083 euro, tornerà a superare il dato pre pandemia del 2019 (20.814 euro), spinta soprattutto dal turismo (+23,6%). Nel 2024, invece, ci si avvicinerà ma non saranno raggiunti i livelli del picco pre-crisi del 2007 (21.365 contro 21.569)

Confcommercio ha condotto un’analisi sui consumi delle famiglie italiane negli ultimi trent’anni, tra il 1995 ed il 2023. Quello nel lungo periodo è considerato “un andamento deludente”, dimostra “una patologia da scarsa crescita strutturale”, negli anni e fino alle stime per il 2024: “Oltre duecento euro di spesa a testa in meno” rispetto al picco raggiunto nel 2007, prima della crisi finanziaria del 2008

L’analisi di Confcommercio delinea il quadro di come in tre decenni siano cambiate la vita e le abitudini degli italiani: “Sempre più tecnologia e tempo libero, meno pasti in casa, mobili e arredamento. Abbigliamento ai livelli del 1995”

Il rapporto evidenzia che “è la tecnologia, con i pc e i prodotti audiovisivi e multimediali, ma soprattutto i telefoni, a segnare un vero e proprio boom nei consumi degli italiani negli ultimi 30 anni: i primi, con un aumento della spesa pro capite in termini reali del 786%, i secondi con un incremento addirittura del 5.339%”

“In forte crescita all’interno del comparto del tempo libero – sottolinea Confcommercio – anche i servizi ricreativi e culturali (+93%)”

Calano invece “i pasti in casa (-11,2%), mobili ed elettrodomestici (-5,1%) e il consumo di elettricità e gas (-12,2%), anche in virtù della riduzione degli sprechi e delle politiche di risparmio energetico”

Il 2023, rileva Confcommercio, “si può definire come l’anno del ritorno alla normalità grazie soprattutto al consistente contributo della filiera turistica che, rispetto all’anno scorso, registra aumenti consistenti per viaggi, vacanze e alberghi (+23,6%), servizi ricreativi e culturali (+9,7%), bar e ristoranti (+8%). In attesa della ripresa della manifattura esportatrice, sono questi i pilastri del terziario di mercato da cui può derivare una maggiore crescita economica auspicabilmente sostenuta anche da riforme e investimenti del Pnrr”

Tuttavia, avverte il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, l’economia “è in fase di rallentamento e alcuni nodi sono ancora irrisolti. Mancano infatti all’appello un piano di rilancio del Sud, la piena realizzazione di riforme e investimenti del Pnrr e una profonda riforma fiscale in tempi rapidi”. Restano “nodi irrisolti” e la preoccupazione per un’economia in rallentamento mentre – rileva Sangalli – “la crescita dei servizi e del turismo potrebbe riportare quest’anno i consumi a un livello di normalità. Consumi che, peraltro, valgono il 60% del Pil”.