UNICREDIT APRE LE DANZE PER LA NUOVA GOVERNANCE, E LO FA SCEGLIENDO I SUOI CACCIATORI DI TESTE
Unicredit apre ufficialmente il cantiere per la nuova governance. Il primo passo è la nomina degli head hunter Egon Zehnder e Spencer Stuart. Il compito dei cacciatori di teste sarà quello di supportare il Comitato Corporate Governance & Nomination e il cda nella definizione della lista del consiglio di amministrazione da presentare all’assemblea del prossimo anno. Tutto fa pensare che per una conferma dell’attuale ceo, Andrea Orcel non ci siano problemi. L’ex banker di Ubs si è già reso disponibile per un nuovo mandato. Il lavoro di messa in moto della nuova Unicredit non è ancora terminato. D’altro canto, per l’ad parlano i risultati, con il gruppo di Piazza Gae Aulenti che macina utili e remunera gli azionisti secondo i piani. E anche la figura del presidente, Pier Carlo Padoan che, peraltro, a pochi mesi dall’inizio del suo mandato si trovò a gestire la transizione Mustier-Orcel, è ben apprezzata. A meno che non sia l’economista ed ex ministro nei governi Renzi e Gentiloni a decidere di fare un passo indietro. Da scegliere c’è un board di 12 componenti, di cui attualmente cinque quote rosa. In base alle norme Bce, rese sempre più stringenti negli ultimi anni e recepite dal regolamento italiano, i componenti del cda di un gruppo, grande e articolato come Unicredit, devono soddisfare alcuni alti requisiti e esperienze di rilievo nel campo economico e specificamente finanziario e internazionale. E non sono da meno i requisiti di onorabilità. Prima però di arrivare a definire il nuovo consiglio, Unicredit è attesa a fine ottobre, prima dai conti del terzo trimestre (cda il 23, diffusione della trimestrale il 24), poi dall’assemblea (il 27). Quest’ultima è convocata per dare il via libera al passaggio al sistema monistico e all’l’anticipo a quest’anno di una tranche da 2,5 miliardi del buyback.